Sul significato del temine "gruppo" sono stati spesi fiumi di inchiostro da psicologi, sociologi, antropologi e da molti altri che se ne sono occupati. Parrebbe eccessivo un interesse così marcato per qualcosa che in realtà appartiene al genere umano da qualche milione di anni. Tuttavia se l'uomo appartiene ai gruppi da così tanto tempo e vi sono ancora persone che si dedicano al loro studio è probabile che vi sia ancora molto da scoprire e da imparare.
Il gruppo è l'ambientazione umana per eccellenza, il luogo in cui l'individuo incontra se stesso e altri suoi simili, quello in cui vive, sviluppa competenze, conoscenze e capacità. In esso nascono e crescono relazioni orientate da attrazioni, a volte repulsioni, o indifferenza. Lo status di appartenenza è inevitabilmente condizionato dalle proprie possibilità di scelta e dall'appetibilità che il gruppo esercita sul soggetto. Gli stessi gruppi spontanei che si riuniscono intorno ad un oggetto, che sia esso una mostra, un concerto o una riunione di appassionati, emanano una forza invisibile che in qualche modo è legata all'aspettativa di incontrare persone nei confronti delle quali sentirsi gradevolmente attratti.
E' in ogni caso una tendenza naturale quella che porta le persone ad aver bisogno di una collocazione sociale che arricchisca la loro identità attraverso ruoli collettivi, che a loro volta rappresentano quella parte del mondo dalla quale nessuno può essere esonerato. Così i "padri" e le "madri" costituiscono i pilastri del educazione, così come i "dirigenti" lo sono per la storia delle organizzazioni e del management. A fronte di questi capisaldi lo studio, l'osservazione e il lavoro con i gruppi è ad oggi un patrimonio sociale irrinunciabile e una miniera da cui attingere vita...... |